“You know that it would be untrue
You know that I would be a liar
If I was to say to you
Girl, we couldn’t get much higherCome on baby, light my fire
Come on baby, light my fire”
The Doors
Correva l’anno 1967 e così cantavano i poliformi The Doors con la loro magnetica “Light my fire”. Erano gli anni ‘60, anni turbolenti e dove esplodeva l’anima ribelle dei giovanissimi che urlavano per esprimere il loro desiderio di libertà, amici Tuscialovers. Ebbene, saltiamo nella nostra macchina del tempo e arriviamo nel controverso 21esimo secolo. Ai giorni nostri, feste di Natale, per essere meticolosi al punto giusto. Geolocalizzazione necessaria, quella che piace a noi: Bassano in Teverina, Alta Tuscia. È qui che due macchine si incontrano in un giardino incantato con al centro la pianta più bella e pop del globo, ovvero l’ulivo, che è reso ancora più classy dagli ornamenti natalizi che ci comunicano esattamente dove dovremmo essere. Noi e Ale, Ale e noi è il ritornello del 2022, indubbiamente. Ormai parte di un meccanismo ben oliato che ci sta facendo scoprire le cucine della Tuscia, anche oggi siamo pronti a viaggiare, emozionarci e farci prendere dalla tusciosità della cucina Made in Tuscia. Ma oggi, come appunto cantavano The Doors, siamo ribelli, siamo avanguardisti veri e vogliamo volare più in alto. Come mai? Perché siamo da Salvo Cravero, nel suo magnifico country club, resort, relais (insomma, chiamatelo come vi pare e piace) dal nome suadente: “Olivo Country Club”.
La sua cucina è fuoco ardente, è un atto di rivolta all’omologazione culinaria dei piatti tutti uguali, quasi costruiti in serie.
Ah, cari Tuscialovers… questa Tuscia è vulcanica, destinata a non appassire mai. In tal senso, Salvo incarna la nostra terra, raffigura la volontà di andare oltre i concetti predefiniti dell’establishment del gusto; basta pensare al suo modo di fare dolci, dove troverete, tanto per fare un esempio, la cicoria. Non siete in un sogno firmato Tim Burton, Tuscialovers. Siete nel mondo incantato di Salvo Cravero, dove tutto è possibile.
E al netto di tutto ciò, la nostra necessità primaria è trovare un po’ di calore data la pioggia incessante. Veniamo subito accontentati. Ci aprono le porte della loro casa Salvo e la sua fedelissima Alessandra. Una volta dentro siamo presi d’assalto dal brividino tuscioso che ormai ci contraddistingue. Quello delle sensazioni tusciose, tanto per schiarirvi le idee, cari Tuscialovers.
Accompagnati da questo stato d’estasi permanente, ci accomodiamo con Salvo nella sala antistante la sala del ristorante. Sprofondiamo sul divano contornati da un ambiente confortevole, curato, veramente di classe. Nulla è casuale da Salvo.
Boom! Come un fulmine a ciel sereno, Salvo comincia a parlare, è un fiume in piena di argomenti, spunti di riflessione, tips di cucina e battute tranchant. Wow! E se questo carattere dirompente si ritrovasse nella sua cucina allora qui abbiamo fatto bingo, Tuscialovers! E di bingo si tratta. Terminata la conversazione, Salvo pronuncia le parole tanto anelate da noi e Ale: “Seguitemi che vi porto in cucina a conoscere la mia squadra“.
Occhi con il fuoco dei Doors dentro, modo di fare ammiccante come un vero leader e Salvo ci trascina dentro. A-P-O-T-E-O-S-I!
Neanche una finale dei mondiali può spaccare in due l’emozione come varcare la soglia della cucina di Salvo. Il primo minuto prendi coscienza della miriade di culture che ci sono. I suoi componenti arrivano dal nord e dal sud del belpaese. Accenti, dialetti che si mischiano, tradizioni che si incontrano, punti di vista che si sposano e danno vita a piatti con caratteri differenti, ma sempre con un concept/obiettivo cristallino in sottofondo che accompagna il tutto: le differenze culturali trovano nella loro intersezione “l’ottimo paretiano” enogastronomico. E lo sapete qual è il soggetto agente che funge da best actor della sua cucina? L’olio, Tuscialovers. Proprio lui, il vero e unico Oro verde Made in Tuscia. TusciaNews 24! Lo sapete che Salvo utilizza anche l’olio liofilizzato?! Fatevelo raccontare da Ale che splendore è questa perla tusciosa.
Bene, time is coming e le esitazioni le lasciamo all’angolo. Focus su due dolci che donano eternità alla cucina di Salvo al sapore di olio:
- Panettone di Natale. È vero che il panettone è un dolce che nasce in Lombardia, ma Salvo essendo un super fan del lievito, lo prende e lo rende suo. Pazzescamente suo. Come? Utilizzando l’ingrediente segreto: l’olio di sua produzione. Protagonista incontrastato della cucina italiana, Salvo lo esalta ponendolo al centro della sua opera dolciaria, il panettone giustappunto, che viene lucidata in uscita proprio con l’olio. E, credeteci Tuscialovers, questa pennellata si sente tutta. Per non parlare del resto degli ingredienti che sono interamente prodotti nell’azienda. Km0 e dove trovarlo, Tuscialovers!
- Il secondo dolce è un omaggio al grandissimo Igles Corelli. Questo più che un omaggio è un delirio di sapori. Una giravolta di gusti che ti annebbiano la vista tanto sono conturbanti. Eleganti, garbati, totalizzanti e continui. È qui che riuscirete ad accostarvi alle frequenze blues che animano la cucina di Salvo. Come a New Orleans e oltre! Queste sono le vette del dolce omaggio di Salvo. In sintesi, non è un omaggio bensì un mostro sacro dei dolci della Tuscia.
Last but not least, ci facciamo un giro nella sala ristorante accompagnati dalla ciurma di Salvo e ne rimaniamo tusciosamente estasiati per un arredamento festivo da fare invidia a qualsiasi interior designer in circolazione. Durante questo tour tusciosissimo, però, ci arriva la notizia del giorno: Salvo sta finendo di allestire la Spa. Questa informazione ci dà il colpo di grazia e allora diciamocelo pure con trasparenza: chi non viene da Salvo Cravero non si vuole affatto bene!
Ed è con questa botta di happiness finale che ci dileguiamo e ci avviamo verso la strada di casa, coadiuvati da una radio che suona quel rock autentico che rievoca la cucina di Salvo.
